mercoledì 31 agosto 2011

406

Il titolo in cifre rappresenta i km corsi in agosto, un record per il sottoscritto, anzi il primato assoluto, perché da quando corro non ricordo di essere mai andato oltre (non nascondo orgoglio e un filo di commozione nel raggiungere l’impresa).

Ora non resta che testare la qualità del lavoro fatto cominciando dalla classica 5 laghi.

giovedì 11 agosto 2011

Perché il triathlon ne acchiappa tanti a nuoto?


In percentuale i decessi da attribuire a cause fisiche nella frazione a nuoto, sono bassi o perlomeno al pari delle altre discipline.
Concorrono inoltre:
1. Foga e agonismo in prima frazione, così che nella confusione totale, tra le varie scazzottate, è probabile che qualcuno vada sotto
2. In genere si nuota in fiumi, laghi, acque torbide ed è quasi impossibile scorgere un corpo sul fondo
3. In caso di necessità non ci sono appigli (come in piscina). Ben diverse le frazioni di corsa e bici dove l’atleta può fermarsi e venire velocemente aiutato
4. molti triatleti non provengono dal nuoto (poca dimestichezza in acqua)

Ingresso libero a Londra

I test event del nuoto di fondo per i giochi del 2012, in programma sabato al Serpentine Lake di Hyde Park, potranno essere seguiti gratuitamente dal pubblico. Se siete da quelle parti e non finite al rogo…..

From Cuba to Florida

Diana Nyad rinuncia definitivamente ad attraversare a nuoto lo stretto di mare che separa Cuba dalla Florida, 103 miglia (166km).
E’ il secondo tentativo fallito per l’americana, la quale ha dato forfait più o meno a metà percorso, dopo aver nuotato 23 ore, per una serie di inconvenienti che vanno da una crisi asmatica alle avverse condizioni meteo, in particolar modo correnti sfavorevoli.
Le particolarità di questa nuova attraversata erano l’assenza di gabbia antisqualo e l’età dell’atleta: 61 anni all’anagrafe.
Il primo tentativo risale al 1978. All’epoca Diana abbandonò dopo 41 ore per via delle forti correnti che la facevano fluttuare e urtare la gabbia anti pescecane!

mercoledì 10 agosto 2011

NYC Triathlon 2011

Due morti nel corso dell’ultimo triathlon di New York la scorsa domenica: un maschio 64enne e una donna di 40 anni, entrambi, molto probabilmente, per arresto cardiaco nella frazione iniziale della gara, i 1500m a nuoto.
La notizia è sconvolgente, soprattutto per la giovane età della donna e mi lascia perplesso di fronte allo sport di prestazione a tutti i costi, al di là dei propri limiti e fa anche riaffiorare antichi dubbi legati all’uso di sostanze più o meno lecite nella pratica sportiva.

Il doppio divorzio della Pellegrini

Nel giro di pochi giorni Federica Pellegrini ha dato un giro di vite al suo passato.
Del divorzio dall’amato Luca Marin le agenzie e soprattutto la cronaca rosa, ne hanno dato ampia diffusione e poco interessa l’ambiente sportivo italiano [perlomeno a me frega poco niente e spero che il nuoto presto torni al suo posto, senza gossip e isole dei famosi].
Mentre quello dall’allenatore Philippe Lucas mi pare più interessante.
Cercavo di comprenderne le ragioni. Ne ho formulate alcune, più o meno tutte valide.
1. Lucas non intende andare a Verona e lo capisco: lasciare Parigi per una modesta cittadina del nordest italiano è dura.
2. Potrebbe anche farlo, per soldi: evidentemente non viene retribuito adeguatamente.
3. La Federazione Italiana Nuoto ha invitato Lucas a dileguarsi. Possibile. La FIN non ha mai digerito il tecnico francese e non vedeva l’ora di sbarazzarsene, perché vedere la più grande interprete dello sport che sovrintendi, allenarsi con un francese, fa un po’ girar le scatole.
4. Lucas ha dei contratti a Parigi con altri atleti che gli garantiscono uno stipendio più alto della sola italiana.
5. Lucas avrebbe un accordo con la Muffat, di un anno più giovane della Pellegrini, ai mondiali sempre alle spalle dell’italiana, ma due volte sul podio e in netta crescita.
La verità sta nel mezzo, come al solito.
(Foto, Pellegrini & Muffat, Reuters)